mercoledì 19 dicembre 2012

#iostoconmarco

Nelle carceri italiane ci sono 140 detenuti ogni 100 posti letto, una situazione dichiarata insostenibile dallo stesso ministro Severino. Fino ad ora ci sono stati 93 morti di cui 50 suicidi, morti e suicidi che non colpiscono solo i detenuti ma anche le guardie carcerarie. Il carcere italiano è diventato sempre più un “deposito di corpi” che un sistema rieducativo. Per questa situazione l'Italia è stata più volte condannata sia dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, sia dall'Unione Europea stessa. Strettamente correlato al tema del sovraffollamento delle carceri c'è l'intasamento del sistema giudiziario sia penale che civile. Un processo in Italia dura molti anni (arrivando anche al decennio), questo fa si che da un lato molte persone vengono detenute illegalmente, in quanto potrebbero risultare innocenti (si stima che circa il 40% dei carcerati sia in attesa di giudizio), dall'altro porta chiunque senta il bisogno di avere giustizia a non avere la sicurezza che questa giustizia avvenga. La sicurezza di aver una sentenza in tempi brevi è importante per lo sviluppo del nostro paese, in quanto è una prerogativa necessaria per attrarre gli investimenti .

Per far in modo che questo problema emerga, e non continui ad essere ignorato in questi giorni lo storico leader del  Partito Radicale, Marco Pannella, sta seguendo uno sciopero della fame e della sete. La situazione della giustizia e dei carceri e un tema caro ai Radicali che da molto tempo cercano di far parlare di questo e di risolvere la situazione. La loro proposta è quella di indire un'amnistia. L'amnistia è quel procedimento tramite il quale, alcuni reati vengono “annullati”. Questo annullamento comporterebbe l'annullamento dei processi in corso e il rilascio di quei detenuti ricadenti nella casistica. Un provvedimento del genere se accompagnato da una riforma della giustizia (il come è aperto a discussione e non sono così informato per dare una mia opinione) porterebbe un alleggerimento non da poco al sistema italiano, sbloccherebbe risorse e potrebbe servire da nuovo inizio e a un rilancio anche economico. Mi rendo conto che sembra un po come dire “liberiamo i criminali”, ma va anche detto che la situazione in cui vivono i detenuti non è umanamente sostenibile e sicuramente non è per niente rieducativo e orientato al reinserimento nella società.

Adesso che il leader radicale rischia la morte, finalmente di questo problema se parla nei giornali e nei telegiornali....o meglio, a mio avviso si fa finta di parlarne. Da quello che vedo in TV (ma anche nei giornali che seguo online) l'attenzione è tutta focalizzata sul rischio di morte di Pannella, sulla sua volontà o meno di interrompere lo sciopero e sulla sfilata di personaggi famosi che (ora) si dichiarano solidali. Quello che manca è il (ri)lancio di una vera campagna di informazione riguardo la situazione italiana, andando ad approfondire i motivi della protesta e non solo la protesta. Di servizi di approfondimento non c'è traccia. Dove sono le immagini vere della situazione delle carceri? O i dati sulla situazione dei processi in Italia? È molto più importante sapere che Ruby è in Messico ( e dirlo in tutte le salse), piuttosto che spiegare come mai un processo di normale cittadino duri 7 anni, oppure è più importante vedere le (poche) spese degli italiani per natale, seguito da servizi analoghi sul comportamento dei greci o dei tedeschi, piuttosto fare il paragone con le carceri di questi paesi?

Detto questo non voglio sminuire lo sciopero di Marco Pannella, questo suo gesto che, abbracciando pienamente la logica della manifestazione non violenta, potrebbe portare all'annichilimento della sua persona in favore di un ideale di solidarietà e giustizia è ammirabile e andrebbe preso da esempio. Abbraccio e approvo pienamente questa causa, che non dovrebbe essere solo la causa di Pannella e dei Radicali, ma dovrebbe essere la causa di tutti, anzi, non dovrebbe proprio esserci il bisogno perché questa causa esita. Mi permetto però di muovergli una piccola critica, non ho apprezzato molto il fatto che il leader radicale ha posto come presupposto per interrompere lo sciopero l'adesione di alcune personalità famose alla lista che intende proporre chiamata “amnistia giustizia e libertà”. Comprendo le ragioni politiche che stanno alla base di questa decisione, ovvero quello di servire da incentivo per l'entrata in campo di elementi validi e di cercare di garantire una continua esposizione mediatica su questi argomenti, ma alle mie orecchie suona molto come un ricatto. Sembra quasi voler dire, “o obbligo qualcuno a condivide la mia causa e a cominciare a combattere per essa, oppure, io mi lascio morire”. Un ragionamento di questo genere va a ledere proprio uno dei valori che si cerca di difendere, ovvero quello della libertà. Mi rendo conto che confrontato a Marco Pannella io sono nessuno, ma ho voluto lo stesso esprimere la mia opinione.
Concludo ad ogni modo sperando che qualcuno accetti le condizioni di Pannella, e che egli interrompa lo sciopero, un portatore di idee e di insegnamenti come lui è molto più utile vivo che morto, e i martiri è meglio lasciarli al Vaticano.


Alcuni links:
Per saperne di più su Giustizia, Carceri e Economia:


Per avere un'idea della situazione delle carceri in Italia:


Per avere un'idea della situazione della giustizia in Italia:


Per vedere quante procedure di infrazione ha l'Italia:

sabato 24 novembre 2012

Andrea's Readings #7 - Pane e Fragole. Trentenni (e un bar) nell'era dei licenziamenti

Pane e Fragole di Mauro pigozzo edito da Aurelia Edizioni non è un libro, è un esperienza multi-sensoriale è un insieme di odori, musica e letteratura.
Pane e Fragole narra parallelamente le vicende di un ragazzo dei giorni nostri che sta finendo le scuole superiori e si appresta a decidere che cosa farà della sua vita. Indeciso se andare all'università o meno con poche prospettive davanti a sé visto la crisi che imperversa. Il ritrovamento di una foto del matrimonio dei suoi genitori da lo slancio alla narrazione degli eventi del passato, che hanno portato al suo concepimento. La narrazione si sposta dunque a metà anni 90, in cui 4 giovani trentenni, anche loro con poche prospettive per il futuro visto il momento difficile dei licenziamenti per delocalizzazione, decidono di collaborare assieme e di gestire un bar.
Divisa tra passato e futuro, la narrazione dei due filoni temporali è destinata ad incrociarsi nel finale che rappresenterà la conclusione della vita passata e l'inizio di un nuovo (possibile) racconto.
Mentre leggi questo libro sei circondato dal profumo di Menta, Fragola, Pane fresco e terra bagnata. Ogni personaggio in questo libro ha un suo odore, un aroma che lo identifica, un profumo che si mescola con gli odori degli altri personaggi, intrecciandosi, mescolandosi e unendosi. Leggere questo libro è come ascoltare un antologia musicale rock anni 90, molte le canzoni citate dando la giusta colonna sonora agli eventi narrati. Molte anche le citazioni cinematografiche, sopratutto a Quentin Tarantino e letterarie, maggiormente opere contemporanee italiane. Questo libro ti permette di scoprire il passato, vivere il presente e immaginare il futuro.
Per chi come me vive nella campagna delimitata dal triangolo Castelfranco-montebelluna-bassano, e ha vissuto in questo ambiente durante le superiori, questo libro è anche un viaggio nei ricordi difatti si fanno spesso riferimenti a concerti, festival e luoghi che spesso frequentavo ai tempi del liceo. (Fuochi fatui, i concerti del Deliriocaneva, il Vinile giusto per citarne alcuni).
Insomma questo libro che non è un semplice libro ma appunto un viaggio sensoriale, un libro che dovrebbe essere letto da tutti, dai giovani ventenni, meno giovani trentenni e quarantenni perché il messaggio che secondo lanciato è quello di non disperare mai. Anche se tutto sembra negativo, basta rimboccarsi le maniche per cambiare le cose e se proprio non dovesse essere così arriverà il tempo in cui le cose che ci sembravano insormontabili e i limiti invalicabili non avranno più importanza.

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mercoledì 7 novembre 2012

Consigli per Votare

Meme apparso sulla pagina di Game of Thrones

Oggi tutti parlano delle elezioni americane, e così ne parlo pure io. Non voglio però parlare del fatto che Obama è stato rieletto (Yahoo) ne del fatto che comunque avrà un mandato non tanto facile visto che una camera gli è contraria (bhooo), del fairplay dimostrato da Romney è tutto il giorno che ci assillano con queste storie. Voglio parlare di una cosa che mi ha colpito molto, e che non saprei come definirlo se non Facebook-vote-meme.
Meme postato sulla pagina della Marvel
Come consueto ogni mattina appena sveglio accendo il computer e davanti alla mia tazza di latte e cerali accedo a facebook (lo so male male male), quasi tutte le pagine facebook americane che seguo avevano postato un meme che incitavano ad andare a votare, con le foto dei loro prodotti o dei personaggi (la maggior parte di queste pagine sono di serie televisive) associate al fatto di andare a votare. Certo capisco la logica commerciale che ci stà dietro, ovvero nel giorno in cui la parola maggiormente cercata sarà “vote”, facciamo dei post con questa parola oppure vista in un altro modo nel giorno in cui si suppone che la maggior parte delle persone che mi seguono vanno a votare, faccio dei post su questo in modo da far sentire il mio marchio più vicino a loro.
Meme postato sulla pagina di Andrew Christian
Questo comunque non mi ha impedito di rimanere senza parole, in primis perché questi messaggi sollecitavano i followers di quella pagina ad andare a votare, senza prendere nessuna posizione per l'uno o l'altro candidato e poi per il semplice fatto che ci fossero dei messaggi del genere. Insomma si parla tanto (e si demonizza molto) il sistema Capitalistico\consumistico che, secondo alcuni, ha levato di mano ai cittadini ogni potere decisionale (tanto è l'economia che detta le regole/ e poi vediamo che (almeno su facebook) coloro che potrebbero beneficiare maggiormente dal fatto che i cittadini non vadino a votare esortano le persone a votare? 
Secondo me è fantastico quello che è successo, non so se questa pratica sia una consuetudine, quindi non so se sia una cosa tipica del sistema americano, ma mi chiedo, perché anche in Italia non potremmo fare la stessa cosa? In un paese dove l'astensionismo sta aumentando vertiginosamente perché le nostre industrie\aziende non prendono esempio e adottino questo tipo di pubblicità? Non sarebbe male, e forse a qualcosa servirebbe.

Meme postato sulla pagina di True Blood con il commento "Don’t be a fool. LIKE this if you voted today"

venerdì 2 novembre 2012

Andrea's Readings #6 - Sul Sentiero di Reitia

Durante le giornate di Libri in Cantina, annuale fiera del libro aperto alle piccole case editrici che svolge al castello di Susegana (TV) ho acquistato il libro “Sul sentiero di Reitia” di Mariangela Mariga edito dalla Anguana Edizioni.
Sono stato attratto da questo libro principalmente dal titolo; reminiscenze elementari (o meglio tutta la terza elementare passata a studiare i paleoveneti) mi ricordavano che Reitia era la Dea adorata dagli antichi veneti. Come spesso accade anche la copertina, che mostra una donna-guerriera con il suo cavallo, ha attirato la mia attenzione.
Un altro fattore che è stato determinante nella mia decisione di leggere questo libro è stata l'ambientazione del racconto ovvero in Veneto (in particolare in un veneto medievale) ma questo medioevo e questo Veneto non sono quelli storici. L'autrice infatti ha riscritto la storia ed ipotizza che l'espansione dell'impero romano sia stato contenuto da un'alleanza tra i Veneti e Celti. Questa alleanza ha portato alla formazione della Federazione delle Libere nazioni che si estende dalla penisola iberica fino all'impero di Alessandro magno (che non è morto giovane e quindi ha potuto consolidare il suo regno), mentre in Italia confina con l'impero romano all'altezza degli appennini settentrionali.
Dunque la mia vena regionalistica, che mi ha fatto pensare “Che bello, un fantasy ambientato in veneto e che richiama la spiritualità pre-crisitana”, la mia vena fantapolitica che mi ha portato ad immaginare intrighi e tradimenti tra regni (che potenzialmente potrebbero essere esistiti) e la mia passione per le donne guerriere (da Xena a Buffy passando per Aspen e Witchblade) mi hanno indotto ad acquistarlo.
La storia narra le avventure di Benetika, errante sacerdotessa di Reitia (Ordine religioso femminile la cui casa madre è in veneto) guerriera e guaritrice (unico caso al mondo) dotata di alcuni poteri sovrannaturali definiti “il dono di Reitia” che le danno (sembra per periodi limitati) una sorta di super-velocità e la capacità di ragionare velocemente.Nella prima parte del libro Benetika incontra un gruppo di esiliati fedeli a Morgan, un Duca spodestato illegittimamente dal proprio cugino, e decide di restare con loro ad aiutarli anche perché si innamora del Duca esiliato. Nella seconda parte del libro Benetika viene accolta nella corte del rè del Veneto dove dovrà accudire il principe, ferito in un agguato.
Mi è piaciuto molto lo stile di scrittura dell'autrice, molto lineare ed immediato. Una scrittura che ti prende, ti assorbe e ti fa venir volgila di leggere tutto d'un fiato il libro. Anche i tempi del racconto sono coinvolgenti, leggi con la voglia continua di sapere che cosa succede dopo. Non vengono risparmiati dettagli sui costumi e l'abbigliamento dell'epoca, cosa che aiuta a entrare nel romanzo, ne vengono risparmiati i dettagli cruenti della battaglia. I dettagli sulla spiritualità e sulle tradizioni non vengono risparmiati (è stato fatto un buon lavoro di ricostruzione) così come ho molto apprezzato l'accuratezza nella descrizione di come Benetika usi le erbe per curare.
Nonostante tutte queste note positive, non posso esimermi da farne alcune critiche. L'amore tra Benetika e Morgan è il motivo trainante del libro. Amore che viene descritto spesso nei dettagli carnali. Proprio questo eccessivo accento all'amore carnale, tanto che in alcuni momenti mi sembrava di star leggendo un harmony, ma ha lasciato un poco perplesso.
Come dicevo, visto il setting innovativo e interessante, mi aspettavo di leggere qualcosa che avesse a che fare proprio con questo scenario che invece sembra sia stato creato solo per spiegare la geografia e il motivo per cui il culto della Dea Reitia persistesse in epoca medievale. Inoltre benché alcuni rituali siano stati spiegati a fondo così come la spiritualità politeista, con tanto di formule e spiegazioni delle differenze usanze tra celti e veneti, poca attenzione e spiegazioni sono state date all'ordine sacerdotale a cui appartiene Benetika. Altro punto dolente è il fatto che le capacità di Benetika sono date per assodate, nessuna spiegazione o congettura sulla loro origine, così come per il fatto che benché venga ripetuto più volte che Benetika sia l'unica ad essere sia sacerdotessa che guerriera e che questo è una cosa particolare, poche spiegazioni o almeno congetture sul perché e sui metodi di apprendimento delle sacerdotesse vengono fornite. Ancora, tra la prima parte del libro e la seconda parte c'è un intermezzo di due pagine dove viene spiegato cosa accade durante sette anni di pellegrinaggio di Benetika. Gli avvenimenti presenti in questo intermezzo vengono poi spesso richiamati nella seconda parte del libro, l'impressione che ho avuto è stata che questo intermezzo sia stato in realtà un taglio di alcuni capitoli ed infatti a volte sentivo la necessità di avere maggiori dettagli riguardo gli anni precedenti a quelli raccontati nella seconda metà del libro.
Concludendo posso affermare che dal punto di vista della scrittura, dello svolgimento del racconto e del setting il libro si presenta in maniera innovativa e molto scorrevole, ad ogni modo credo che ci siano molte cose da sviluppare e un enorme potenziale da esplorare...magari in un possibile prequel\sequel???

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sabato 20 ottobre 2012

Andrea's Readings #5 - A volte ritorno


E se l'unico comandamento che Dio avesse dato all'umanità fosse “Fate i Bravi”? E se Dio, sgomento per come si sono comportati gli esseri umani negli ultimi 500 anni decidesse di rimandare Gesù sulla terra? E se Gesù, tornato sulla terra fosse veramente umano, niente miracoli ma solo un gran talento per la chitarra, una passione per il rock e un grandissimo cuore?
Questo è l'incipit di A volte ritorno di John Niven della collana stile libero Einaudi (ben il secondo libro della collana stile libero che leggo quest'anno). A volte ritorno (la quale traduzione secondo me non rende il titolo originale “The second Coming” (la seconda venuta)). Il Gesù moderno è un giovane di 30 anni al quale piace fumare marijuana e suonare musica rock; senza un lavoro stabile ne denaro ma che cerca sempre di aiutare chi si trova in difficoltà e purtroppo senza super poteri che gli permettano di fare i “miracoli”. Proprio per questo suo spirito di aiuto verso il prossimo si circonda dei reietti della società, barboni, drogati, alcolizzati, prostitute e omosessuali malati di Aids e si attira le malevolenze e gli sguardi indignati dei “cristiani convinti” quelli convinti che gente come loro siano condannati all'inferno. Una serie di vicissitudini e la necessità di fare in modo che il suo messaggio sia captato dal maggior numero di persone, lo porteranno ad intraprendere un viaggio attraverso l'America in un pulmino da New York a Los Angeles per partecipare ad American Idol (una specie di X-factor). Conclusa l'esperienza si rintana in Texas dove costruisce la sua comunità e dove uno sgangherato gruppo di esseri umani cercherà di vivere in pace seguendo appunto l'unico vero comandamento. Purtroppo anche questa volta le cose non andranno troppo bene, e al compiere dei 33 anni succederà un putiferio....
A volte ritorno è un libro comico, ma che allo stesso tempo vuole far ragionare sulle ingiustizie della società attuale. Un libro che punta il dito sulla società moderna che etichetta e sopprime tutto ciò che non è standard e che non da la possibilità di riscattarsi o esprimersi, una società dove in nome della religione si emarginano persone, le si condannano o le si ignorano. Ma non tutto è negativo, questo è un libro musicale, ogni canzone “cantata” da Gesù ha un suo perché, un messaggio....riusciranno gli umani questa volta a Fare i Bravi?

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mercoledì 22 agosto 2012

Andrea's Readings #4 - Neurolandia


Come ho detto in un post precedente, volevo approndire la mia conoscienza della crisi, e dopo aver letto il libro di Krugman, volevo cercare di informarmi maggiormente sulla situazione europea e magari sulla situazione italiana. E' per questo che mi sono avvicinato a Neurolandia di Eugenio Benetazzo edito in italia da Chiarelettere. Il libro ripercorre velocemente le origini di questa crisi, o di queste crisi, difatti secondo l'autore la crisi iniziata negli Stati uniti nel 2007 e quella che attualmente sta colpendo l'Europa sono si collegate ma hanno cause distinte. Le cause della crisi Europea vanno ricercate nell'adozione della moneta unica in un momento in cui le economie dell'area nord-europea e quelle dell'area mediterranea non erano per niente simili o sincronizzate come richiederebbe la teoria dell'Optimum currency area.
Riprendendo quello che mi ricordo dal mio corso di Economia dell'Integrazione Europea cerco di spiegare l'OCA, ovvero quella teoria economica che servirebbe a definire quali parametri sono necessari per creare un area geografica con un unica moneta in modo da massimizzarne i benefici. I criteri principali sui quali secondo questa teoria si basa questa teoria sono:
  1. Mobilità lavorativa all'interno degli stati
  2. Economie degli stati che formano l'OCA devono essere simili e sincoronizzate
  3. I flussi di capitali devono essere liberi
  4. I trasferimento automatico di capitali come aiuto per le aree che sono.
Come è facile notare l'Europa soddisfaceva sicuramente il primo e il terzo requisito (almeno potenzialmente) mentre non esistono tuttora i finanziamenti automatici ne si può dire che le economie fossero simili ne sicnronizzate. Quello che sta succedendo in europa sarebbe dunque una crisi asimmetrica, una crisi dunque che affligge in modo diverso il nord-europea e il sud-europa.
Neurolandia spiega i vari fattori di diseguaglianza, Spiega la teoria dell'Euro2 ovvero la possibile creazione di un euro più debole, di serie b utilizzato dai paesi in difficoltà in modo da riusire a diventare più competitivi e di adeguare le proprie economie.
Benetazzo è anche un sostenitore degli Eurobond, la cui istitutuzione secondo lui non sarebbe una panacea ma rappresenterebbe comunque uno stimolo per il la soluzione della crisi.
Interessante l'attacco alle alle “Tre sorelle” ovvero le agenzie di Rating, americane che possono fare il bello e il cattivo tempo e il suggerimento di istitutire una agenzia di ratin Europea.
Alla fine del libro l'autore dopo aver fatto un escursus generale illustrando la situazione asiatica e delle altre economie emergenti e dopo aver intrapreso un lungo cammino nella situazione italiana suggerisce alcune soluzioni sia a livello Europeo che a livello Nazionale italiano.
Per quanto riguarda il livello Europeo, suggerisce di intensificare i processi verso un unione sempre più federale (mia interpretazione) creando da figura di un leader europeo unico e la trasformazione della BCE in una banca federale.
Per quanto riguarda l'Italia sono interessanti le propsote della creazione di una sorta di bond nazionali il quale acquisto darebbe la possibilità ai detentori di questi bond di avere una detrazione fiscale non indifferente. Questi bond avendo un tasso di intaresse più bassi potrebbero essere usati per ripagare velocemente i creditori e allo stesso modo farebbe in modo che il debito pubblico venga “nazionalizzato” in questo modo i cittadini riacquisterebbero la sovranità perduta (secondo l'autore). Ancora una volta vengono suggeriti tagli all'apparato pubblica concentrandosi sopratutto sull'accorpamento delle provincie ma sopratutto dei comuni, in modo da diminiere i costi di gestione ma fornire servizi migliori.
Una proposto che non mi è piaciuta invece è l'ipotetica istituzione di una tassa sulla salute per abolire l'Irap. Secondo l'autore questa tassa dovrebbe essere calcolata su una serie di parametri che tengano conto degli stili di vita a rischio delle persone (ad esempio se sono fumatori o alcolizzati se mangiano male). Suggerisce addirittura di calcolare questa tassa in base agli esami del sangue.
Infine afforta un tema che mi è caro, ovvero la rivalutazione della politica, ovvero cercare in qualche modo di ritornare alla politica di professione cosi come definita fa Weber.
Questo libro è molto scorrevole, a tratti non è molto chiaro e credo che richieda una certa dose di dimestichezza con i termini e concetti ecomomici da parte del lettore, ma nonostante questo è una buona lettura per chi vorrebbe farsi un opinione informata su quello che stà accadendo.
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lunedì 20 agosto 2012

Andrea's Readings #3 - Un giorno questo dolore ti sarà utile


All'inizio di quest'estate, spinto da varie recensioni e commenti positivi sull'autore e sul libro e dal fatto che ne era stato fatto un film diretto da Roberto Faenza, ho cominciato a leggere “un giorno questo dolore ti sarà utile” di Peter Cameron, edito in italia da Adelphi.
Un giorno questo dolore ti sarà utile narra l'estate prima di partire per il college di James Sveck, un ragazzo dicottenne molto profondo e colto, sempre con la risposta pronta, ma incapace di relazionarsi con le persone, sopratutto perchè amante della solitudine. Ambientato a New York, il posto perfetto per stare da soli senza necessariamente mai essere veramente soli, il romanzo coinvolge il lettore fin dalle prime righe. Piano piano si conoscono i vari personaggi, ogniuno con una loro peculiarità. Il linguaggio usato per descrivere le sitazioni e i dialoghi (sopratutto tra James e la sua terapista) è molto particolare ogni parola ha il suo peso all'interno della frase e sembra essere necessaria per la comprensione del messaggio.
Trovo che questo romanzo presenti due tematiche principali, la prima è la crescita di James, che al susseguirsi di una serie di episodi causati dalla sua incapacità di relazionarsi con il mondo o di adattarsi alle anche piu banali situazioni lo porterà a soffrire e a chiudersi sempre di più in sé stesso. Fino a quando non capirà attraverso l'aiuto fornitogli dalla sua terapista e soprattutto da sua nonna che tutto il dolore che prova, tutti gli errori commessi altro non sono dei tasselli che vanno ad aumentare il suo bagaglio di conoscenze da qui il titolo “un giorno questo dolore ti sarà utile”.
La seonda tematica che viene portata avanti dal romanzo è quello della Normalità. Cosa sdignifica essere normali? Chi è normale? James è cosciente del fatto di non essere normale secondo i canoni imposti dalla società. Eppure nessuno degli altri personaggi può essere definito normale, la madre di James, donna in carriera che gestisce una galleria d'arte passa da un matrimonio all'altro e l'ultimo (il terzo) non è neanche arrivato alla fine della luna di miele. Il padre di James, crede che la pasta sia un piatto per ragazzine che per essere più uomini bisognerebbe mangiare una bella bistecca al sangue per poi si sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica per togliersi le borse dagli occhi. Infine la sorella di James, al terzo anno di college frequenta un professore sposato ma con una relazione aperta, decide improvvisamente di cambiare pronuncia al suo nome e di scrivere la propria autobiografia. Il personaggio più normale sembra essere il cane, mirò che è solo un cane appunto.
Molto bella la parte finale dove James prende coscienza del fatto che è ancora giovane e che non deve necessariamente sapere cosa dovrà fare e chi dovrà essere nel futuro, la vita in quanto vita deve essere vissuta anche solo per vedere dove ti può portare.

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giovedì 16 agosto 2012

Andrea's readings #2 - Acqua Buia



Eccomi qui a scrivere un altra recensione...ultimamente ho letto molto!!
Il libro di cui voglio parlarvi oggi è Acqua Buia di Joe R Lansdale, edito in italia da Einaudi.
E' il primo romanzo di Lansdale che leggo, anche se è da molto che volevo leggere qualcosa di suo ma ammetto che sono stato attratto da questo libro principalmente per la copertina, non so perchè ma una palude buia tendente al blu scuro con della vegetazione selvaggia e una luna piena coperta da nuvole mi ha attratto e nonappena letto la trama sul retro ne ero già conquistato.
Questo romanzo è ambientato nel Texas degli anni 30, un Texas pieno di razzismo, di maschilismo e di corruzzione. Un ambiente descritto molto bene, afoso, oppressivo che farebbe venir voglia a chiunque di scappare.
La protagonista principale del libro è Sue Ellen è una ragazza dall'animo forte e combattivo che contrasta con i suoi linemamenti abbastanza delicati essendo bionda con gli occhi azzurri. Assieme a Sue Ellen troviamo Therry e Jinx. Therry è un ragazzo intelligente, a tratti tenebroso e omosessuale mentre Jinx è una ragazza di colore dal carattere irritabile e miscredente
.
Una ragazza emancipata, un ragazzo omosessuale e una ragazza che non crede in Dio nel texas degli anni 30, mi sembravano tutti gli ingredienti per un buon libro.

La storia inizia con il ritrovamento del cadavere di May Lynn, amica dei protagonisti. Il corpo della ragazza era stato buttato nel fiume con una macchina da cucire legata ai piedi. May linn voleva fare l'attrice e cercare fortuna ad Hollywood, così che i tre ragazzi, dopo una serie di vicessitudini che li porteranno in possesso di una bel gruzzoletto di soldi rubati, decidono di onorare la memoria dell'amica portandone le ceneri in viaggio lungo il fiume Sabine a bordo di una zattera fino alla mecca del cinema.
Ovviamente il viaggio non sarà tutto rose e fiori, dovranno affrontare i pericoli del fiume, le minacce delle persone che troveranno lungo il loro percorso, ma troveranno anche aiuto da altre persone, e dovranno sfuggire a Skunk, un cacciatore di taglie dai tratti demoniaci che è stato messo alle loro calcagna per recuperare i soldi rubati. I ragazzi dovranno affrontare dunque non solo le forze umane ma anche le forze della natura in un avventuroso viaggio che li porterà verso la crescita, verso una maggior consapevolezza di loro stessi e a saldare la loro amicizia.

Per quanto mi riguarda il libro è molto ben scritto, scorrevole. I dialoghi sono interessanti e a volte molto “filosofici” che mi hanno indotto a divagare con il pensiero in ragionamenti sui massimi sistemi. Il viaggio anche se avventuroso è molto lineare e non ci sono eccessivi colpi di scena, pur non essendo mai scontato. La cosa che mi è piaciuta di più di questo racconto è il fatto che si riesce a percepire il processo di maturazione dei personaggi che porterà alla fine del libro alcuni di loro ad essere caratterialmente completamente diversi rispetto all'inizio.

Insomma un bel libro che consiglio a chiunque volgia provare qualcosa di diverso.

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mercoledì 15 agosto 2012

Andrea's readings #1 -Fuori da questa crisi adesso!



In queste settimane ho letto il libro di Paul Krugman, Fuori da questa crisi adesso!, edito in italia da Garzanti.
I motivi che mi hanno spinto a leggere questo libro sono molteplici, inanzi tutto benchè capisca poco di economia voglio cercare di capire meglio questa crisi economica che continua inperversare. Un altro motivo che mi ha spinto verso questo manoscritto di Krugman è dato dal fatto che quasi tutti i libri di economia sui quali ho studiato sono stati scritti da lui e infine sono stato colpito dal manifesto scritto assieme Richard Layard alcune settimane or sono.

Comincio subito con il dire che è un libro accessibile a tutti, è ovviamente un libro di economico e per cui contiene alcuni termini specifici di questa disciplina e alcuni grafici, ma non manca di spiegare il significato e di fare quelche discressione sulla teoria economica e sui concetti, rendendo quindi comprensibile l'argomento.
Per quanto mi riguarda è anche è un buon libro con un giusto mix di tecnicismo, ironia e similitudini azzeccate che evita di rendere il troppo tutto noioso e anzi in alcuni momenti durante la lettura ero assorso e “preso” come stessi leggendo un romanzo.

Krugman fa un escursus dell'origine della crisi, non parte dal 2007 momento in cui è scoppiata la bolla immobiliare e finanziaria americana, egli spiega come una serie di deregolamentazioni abbiano creato le condizioni ideali perchè la crisi avvenisse. Interessante è il parallelo continuo con la crisi del 1929 e citazioni di quel periodo che “tranne alcuni termini arcaici (cit. Krugman 2012)” potrebbero essere scritte oggigiorno. Sono interessanti le sue opinioni sul lavoro svolto per arginare e per porre fine a queste crisi, sia dal punto di vista politico (molto tendente verso il partito democratico repubblicano se pur con alcune critiche) che dal punto di vista economico (interessante sopratutto il far notare come il dibattico economico si sia spostato apperentemente senza motivo dall'attenzione alla disoccupazione all'attenzione sul debito pubblico).
Nota negativa del libro, come l'autore afferma più volte è un libro incentrato quasi intereamente sugli Stati Uniti d'America, un solo capitolo è dedicato interamente alla situazione Europea, capitolo che potrebbe essere ampliato e dettagliato meglio (magari in un altro libro?).

Tutto sommato però il mio obiettivo è stato raggiunto, ora comprendo sicuramente meglio le cause di questa crisi e il perchè alcune risposte date non funzionano o sembrano non funzionare. Inoltre sono rimasto con una curiosità che sicuramente mi porterà ad approfondire questo argomento, cercando per quanto mi sarà possibile di conentrarmi di più sulla situazione Europea e magari Italiana.

Alcuni link:

Manifesto di Krugman e Layard:

Scheda del Libro:

giovedì 9 agosto 2012

Andrea's Voice

Questo blog che in origine era Andrea In Canada ed è servito a documentare la mia permanenza in Canada, cambia veste e nome diventando Andrea's Voice.
Come è facile intuire dal titolo attraverso questo blog mi propongo di scrivere quello che penso e fare delle considerazioni su determinati argomenti, di utilizzarlo come una raccolta di esperienze personali che volgio condividere o semplicemnte come un luogo di sfogo dove dare voce ai miei pensieri. Spero di essere più costante del precedente tentativo e spero in alcuni casi di riuscire a stimulare alcune discussioni e\o dibattiti perchè mi piacerebbe vedere cosa pensano i lettori di internet e perchè sono convinto che dallo scambio di idee possa nascere qulcosa di interessante, qualcosa di nuovo che possa permettermi di crescere come individuo e perchè no per far crescere anche un ipotetico lettore di questo blog.

domenica 5 agosto 2012

Nation's practices: invented traditions, commercial nationalism and spontaneous consent

If you wish to see the presentation with immages click here:
http://prezi.com/770ace0u4xg7/nations-practices-invented-traditions-commercial-nationalism-and-spontaneous-consent/
 

Introduction

A Nation can be defined as a group of people that feel themselves bound to a specific territory, part of an historical continuum often with an unidentified origin, but in the case of Canada well defined with the creation of the Confederation in 1867, with a long future. This group also which share some common characteristics, values beliefs, practices and symbols in which they believe and identify with. In his article “invented Tradition” Hobsman in define “invented tradition” as a series of repeated practices, which objective is to help the widespread of specific values or ideas, as well as patterns of behavior or power relations; these are adopted and accepted more or less consciously by the members of a specific group. (Hobsman, 1983) Hobsman's concept can be linked with Gramsci's definition of Hegemony which is the adoption of certain values and ideas by the mass when these values and ideas are proper of the leading or upper class, an important characteristic of hegemony is the fact that these values and ideas are not adopted thought the use of force but people adopt them autonomously or in other cases through coercion. (Gramsci, 190x). Invented traditions are thus utilized to widespread the ideas and values of the nation and are also integral part of the nation building process. An example of how important invented traditions are can be find in the words of Eva Mackey when dealing with the flag debate, focusing on symbols which can be identified as a sub set of invented traditions, she state that “symbols were therefore important strategic tools in the [pan-]Canadian nationalist cause. The manipulation of symbols of nationhood was essential for the survival of the project of nation-building in Canada” (Makey,2002,56).
In this Photographic essay I am going to analyze how Invented tradition, the Use of Symbols and the concept of Hegemony both by looking at how values are widespread and by looking at the spontaneous acceptance of people are manifest in the Canadian society. The format of this essay is going to be a thematic essay and it is going to be divided in three parts, the first part will be called Invented Tradition, the second part Commercial Nationalism and finally the third part is Spontaneous consent, since i think that these three dimension are entangled together and that the relation between these dimension can be presented as a flux there are going to be also three conjunction links that are made by pictures that can be placed in two categories.





Part I
Invented Traditions
Mosaika

(Photo 1, Taken: ‎26 ‎August ‎2010, ‏‎Place: Parliament Hill, Ottawa)

Mosaika is the story of Canada – our story. A powerful narrative set against the spectacular backdrop of Parliament Hill, Mosaika takes the audience on an unforgettable journey of sound and light, as we explore Canada’s physical, historical and cultural landscapes”. (Mosaika Website, 2010).
Mosaika, is an example of invented tradition, in fact this show is performed all the days of the summers from July until September and it is free, in this way it can be seen by a large number of people . It last half an hour and it show different aspect of Canadian nationalism. It is evident that the scope of this show if to spread and to make propaganda of series of values and ideas related to Canada.
The Changing of the Guard

(Photo 2, Taken ‎26 ‎August ‎2010, Place: Parliament Hill, Ottawa)

A Canadian tradition at its most colourful! The Ceremonial Guard of the Canadian Forces brings stirring military drill and music to Parliament Hill”. (Canadian Parliament Website,2010)


The Changing of the Guard can be considered another invented tradition, and as we can see above it is defined as a tradition in the site of the Canadian Parliament, which is another national symbols.
Military has often been a part of nationalistic practises, and myth. As for Mosaika this parade is perfomed during the summer period, starting from June until August it is free and it can be seen by a large number of people. Moreover the parade is more interactive, people can follow the parade all the way long to where its end in front of the World War II monument, where a little ceremony in honour of the soldiers that has lost their life in several wars take place. In this occasion people are pushed to identify themselves with the army and to be sympathetic for the soldiers that has fought for Canada.


Oh Canada

(Photo 3, Taken: ‎8 ‎October ‎2010, Place: Montreal Central Station)

O Canada, we stand on guard for thee” (National Anthem of Canada, in Canadian Heritage Website, 2010)

This picture has been taken at the Montreal Central Station. This station has at the for cardinal point an engrave of the Canadian National Anthem. The place choose for the engraving the national incision is symbolic in fact begin that of a train station it suggest the idea of unity and linkage within Canadians of the whole country.








The Maple Leaf Flag

(Photo 4, Taken: ‎29 October 2010, Place: Toronto)


National Flag is “a nation's premier graphic symbol second in importance only to the nation's premier linguistic symbol-its name” (Fraser, 1990-1, in Mackey, 2002 , 55)

The Maple leaf flag as national flag of Canada has been established in 1965, this was a response to the Quebec quite revolution and an attempt to create a symbol able to unify Canada as a whole. Eva Mackey in his book “Managing the house of difference” describe how the discussion on the adoption of a new flag has blocked Canada's parliament for six mounts. This symbol is placed in several and disparate places as if it has to keep remember people they are Canadian.





Conjunction Link I
(Invented Traditions\Commercial Nationalism)
The Museum of Civilization

(Photo 5, Taken: 18 September 2010, Place: Gatineau)

The history of the Canadian Museum of Civilization began in 1856 with the establishment of a museum by the geological survey of Canada” (Museum of Civilization website, 2010)

The museum of Civilization represent the first intermediate link, in fact it can be seen as both an invented tradition and as a commercial nationalism.
It is an invented tradition because it is portrait as a national symbol, and as we can read in its web site its origins are placed far in the past, moreover as the ceremonies, also this museum is used for mass education.It is a Commercial Nationalism because it is non only a public institution but it make some profit by using national symbols.


Part II
Commercial Nationalism
I am Canadi a/e n
(Photo 6,Taken: 8October 2010, Place: Montreal) (Photo7,Taken: 8 October 2010, Place: Montreal)

One of the biggest dilemmas with nationalism is that different definition of the boundaries of national group may coexist within the same country” (Hills,2001,276)

These two pictures show the entrance of two shops in Montreal, as we can see two flags representing different nationality are placed one next to each other, this can represent the coexistence of a double sense of nationality in the owner. As it is know in Quebec it is present a strong sense of local nationalism and in some cases an opposition to the Canadian nationalism. This is why I found these two picture interesting, because the fact that these flags are placed at the entrance of the shop may also be a device to invite and appeal costumers both that identify themselves as Quebecois or as Chinese in the first case or as Quebecois or Canadian in the second case.





Media

(Photo 8, Taken: 17 October 2010, Place: Bank Street, Ottawa)

Canadians have nothing to gain and a lot to lose such as Being able to tell our own stories, listen to our own music and get our own point of view on the world from the plan to allow more foreign ownership of our telecommunications and media sectors ”. (CEP website, 2010)

The Media sector is a strategic sector for the widespread of National Values and Ideas, moreover it is also a strategic sector for the commercial area. This picture represent the advertisement for a campaign by the Communication Energy and Paper-workers Union against the plan of augment foreign investment in the media and communication sector. This can be seen as a commercial nationalism protecting measure.




McCanada

(Photo 9, Taken: 22 November 2010, Place: Chapters South Keys, Ottawa) (Photo 10, taken: 17 October 2010, Bank Street, Ottawa)

There is no doubt that an important piece of in the Canadian identity puzzle comes from both integration and resistance to the American Presence”. (Hiller, 2001,268)

The rivalry and the need to differentiate from the United states is a fundamental feature of the Canadian identity and Canadian Nationalism. This is so rooted that there is the need to Canadianize American symbols such as the McDonald's M by attaching a maple leaf in it, or by writing and selling books which explain why Canadian as SO much better than Americans.










The Maple Leaf Forever

(Photo 11, Taken 14 November 2010, Rideau Center, Ottawa)

The Maple Leaf / Our Emblem Dear, / The Maple Leaf Forever / God save our Queen and heaven bless, / The Maple Leaf Forever ” (The Maple Leaf Forever Chorus by Alexander Muir, in Canadian heritage website,2010)

Rideau Centre, one of the biggest commercial centre of Canada, is disseminate by maple leafs, as to remember people that they are walking on Canadian soil, moreover this is an example of commercial nationalism because by seeing maple leaf Canadian consumer could be lead to think that it is helping Canadian economy with his shopping.




Conjunction link I
(Commercial Nationalism/Spontaneous Consent)
Hockey Country

(Photo 12, Taken: 24 November 2010, Scotia Bank place, Ottawa)

In the late 1990's, the Canadian government gave the Montreal Canadiens hockey team $ 500 000 to display the Canada logo at centre ice in their arena ans also gave $ 370 000 to the NHL Ottawa Senators for a Similar purpose. […] The government thus became an advertiser of a product, just like corporation promote other consumer commodities”. ( Hiller, 2001, 286)

Hockey is our game, but really it is much more than just a game, its a passion that bring us all together, [...] it's in hour hearts ”. (Sidney Crosby in Tim Horton's commercial, 2010)

Hockey is both an example of Commercial Nationalism and of Spontaneous Consent, in fact this sport is perceived as another fundamental symbol Canadian Identity and Nationalism, but at the same time it is used for economic profit.
Part III
Spontaneous Consent
Transmitting tradition
(Photo 13, Taken: 11 November 2010, Remembrance Day, Carleton University, Ottawa)

Thousand , if not millions of schoolchildren like myself went on school-sponsored visit to Expo '67, buses packed with children from all areas of Canada converging to Montreal. These trips can ne seen as 'pilgrimage of patriotism', that combine the ritual of participation in patriotic performance, with the pedagogical practice of learning about the nation, its relationship with the world, and one's role as a citizens and national subject.” (Mackey,2002,59)

Spontaneous consent happen when people intentionally embrace certain values and certain pattern of behaviour, before this adoption Gramsi identify also the coercion dimension, this dimension is represented by this picture. In fact this picture, taken during the Remonstrance Day we have an example of how children are educated to adopt these values and behavioural patterns. As Eva Mackey note children are educated by participation to this patriotic celebration.

Adopting Traditions

(Photo 14, Taken: 11 November 2010,Remembrance Day, Carleton University, Ottawa)

Celebrations also offered an opportunity for mass education of Canadian Citizen, drawing on a longer history of the role of public spectacle”. (Mackey, 2002, 59)

Once they have absorbed the values and the way in which they have to behave people repeat what they have learned, this is an example of spontaneous consents because they are not oblige (if not by society itself) to participate to events such as the remembrance day, but they participate and pay respect for the tradition.






Adapting Traditions

(Photo 15, Taken: 29 August 2010, Elgin street, Ottawa) (Photo 12, Taken: 11 November 2010, Remembrance Day, Carleton University, Ottawa)

While they often struggle with their national identity at home, when they travel abroad, Canadians proudly Carry the Maple leaf (usually in miniature) on their backpacks as they move about in countries all over the world” (Hiller,2001,273)

A final example of spontaneous consent is when people use and adapt national symbols to their needs. In these two picture we have an example of that. The left picture was taken during the Ottawa's gay pride and as we can see the RCMP, another fundamental national symbol are presented as represented another identity the one of being gay. In the right picture we see how the Canadian flag was used to personalize the poppy flower during the remembrance day.









Reference List