Come ho
detto in un post precedente, volevo approndire la mia conoscienza
della crisi, e dopo aver letto il libro di Krugman, volevo cercare di
informarmi maggiormente sulla situazione europea e magari sulla
situazione italiana. E' per questo che mi sono avvicinato a
Neurolandia di Eugenio Benetazzo edito in italia da
Chiarelettere. Il libro ripercorre velocemente le origini di questa
crisi, o di queste crisi, difatti secondo l'autore la crisi iniziata
negli Stati uniti nel 2007 e quella che attualmente sta colpendo
l'Europa sono si collegate ma hanno cause distinte. Le cause della
crisi Europea vanno ricercate nell'adozione della moneta unica in un
momento in cui le economie dell'area nord-europea e quelle dell'area
mediterranea non erano per niente simili o sincronizzate come
richiederebbe la teoria dell'Optimum currency area.
Riprendendo quello che mi ricordo dal
mio corso di Economia dell'Integrazione Europea cerco di spiegare
l'OCA, ovvero quella teoria economica che servirebbe a definire quali
parametri sono necessari per creare un area geografica con un unica
moneta in modo da massimizzarne i benefici. I criteri principali sui
quali secondo questa teoria si basa questa teoria sono:
- Mobilità lavorativa all'interno degli stati
- Economie degli stati che formano l'OCA devono essere simili e sincoronizzate
- I flussi di capitali devono essere liberi
- I trasferimento automatico di capitali come aiuto per le aree che sono.
Come è facile notare l'Europa
soddisfaceva sicuramente il primo e il terzo requisito (almeno
potenzialmente) mentre non esistono tuttora i finanziamenti
automatici ne si può dire che le economie fossero simili ne
sicnronizzate. Quello che sta succedendo in europa sarebbe dunque una
crisi asimmetrica, una crisi dunque che affligge in modo diverso il
nord-europea e il sud-europa.
Neurolandia spiega i vari fattori di
diseguaglianza, Spiega la teoria dell'Euro2 ovvero la possibile
creazione di un euro più debole, di serie b utilizzato dai paesi in
difficoltà in modo da riusire a diventare più competitivi e di
adeguare le proprie economie.
Benetazzo è anche un sostenitore degli
Eurobond, la cui istitutuzione secondo lui non sarebbe una panacea ma
rappresenterebbe comunque uno stimolo per il la soluzione della
crisi.
Interessante l'attacco alle alle “Tre
sorelle” ovvero le agenzie di Rating, americane che possono fare il
bello e il cattivo tempo e il suggerimento di istitutire una agenzia
di ratin Europea.
Alla fine del libro l'autore dopo aver
fatto un escursus generale illustrando la situazione asiatica e delle
altre economie emergenti e dopo aver intrapreso un lungo cammino
nella situazione italiana suggerisce alcune soluzioni sia a livello
Europeo che a livello Nazionale italiano.
Per quanto riguarda il livello Europeo,
suggerisce di intensificare i processi verso un unione sempre più
federale (mia interpretazione) creando da figura di un leader europeo
unico e la trasformazione della BCE in una banca federale.
Per quanto riguarda l'Italia sono
interessanti le propsote della creazione di una sorta di bond
nazionali il quale acquisto darebbe la possibilità ai detentori di
questi bond di avere una detrazione fiscale non indifferente. Questi
bond avendo un tasso di intaresse più bassi potrebbero essere usati
per ripagare velocemente i creditori e allo stesso modo farebbe in
modo che il debito pubblico venga “nazionalizzato” in questo modo
i cittadini riacquisterebbero la sovranità perduta (secondo
l'autore). Ancora una volta vengono suggeriti tagli all'apparato
pubblica concentrandosi sopratutto sull'accorpamento delle provincie
ma sopratutto dei comuni, in modo da diminiere i costi di gestione ma
fornire servizi migliori.
Una proposto che non mi è piaciuta
invece è l'ipotetica istituzione di una tassa sulla salute per
abolire l'Irap. Secondo l'autore questa tassa dovrebbe essere
calcolata su una serie di parametri che tengano conto degli stili di
vita a rischio delle persone (ad esempio se sono fumatori o
alcolizzati se mangiano male). Suggerisce addirittura di calcolare
questa tassa in base agli esami del sangue.
Infine afforta un tema che mi è caro,
ovvero la rivalutazione della politica, ovvero cercare in qualche
modo di ritornare alla politica di professione cosi come definita fa
Weber.
Questo libro è molto scorrevole, a
tratti non è molto chiaro e credo che richieda una certa dose di
dimestichezza con i termini e concetti ecomomici da parte del
lettore, ma nonostante questo è una buona lettura per chi vorrebbe
farsi un opinione informata su quello che stà accadendo.
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