All'inizio di quest'estate, spinto da
varie recensioni e commenti positivi sull'autore e sul libro e dal
fatto che ne era stato fatto un film diretto da Roberto Faenza, ho
cominciato a leggere “un giorno questo dolore ti sarà utile” di
Peter Cameron, edito in italia da Adelphi.
Un giorno questo dolore ti sarà utile
narra l'estate prima di partire per il college di James Sveck, un
ragazzo dicottenne molto profondo e colto, sempre con la risposta
pronta, ma incapace di relazionarsi con le persone, sopratutto perchè
amante della solitudine. Ambientato a New York, il posto perfetto per
stare da soli senza necessariamente mai essere veramente soli, il
romanzo coinvolge il lettore fin dalle prime righe. Piano piano si conoscono i
vari personaggi, ogniuno con una loro peculiarità. Il linguaggio
usato per descrivere le sitazioni e i dialoghi (sopratutto tra James
e la sua terapista) è molto particolare ogni parola ha il suo peso
all'interno della frase e sembra essere necessaria per la
comprensione del messaggio.
Trovo che questo romanzo presenti due
tematiche principali, la prima è la crescita di James, che al
susseguirsi di una serie di episodi causati dalla sua incapacità di
relazionarsi con il mondo o di adattarsi alle anche piu banali
situazioni lo porterà a soffrire e a chiudersi sempre di più in sé
stesso. Fino a quando non capirà attraverso l'aiuto fornitogli dalla
sua terapista e soprattutto da sua nonna che tutto il dolore che
prova, tutti gli errori commessi altro non sono dei tasselli che
vanno ad aumentare il suo bagaglio di conoscenze da qui il titolo “un
giorno questo dolore ti sarà utile”.
La seonda tematica che viene portata
avanti dal romanzo è quello della Normalità. Cosa sdignifica essere
normali? Chi è normale? James è cosciente del fatto di non essere
normale secondo i canoni imposti dalla società. Eppure nessuno degli
altri personaggi può essere definito normale, la madre di James,
donna in carriera che gestisce una galleria d'arte passa da un
matrimonio all'altro e l'ultimo (il terzo) non è neanche arrivato
alla fine della luna di miele. Il padre di James, crede che
la pasta sia un piatto per ragazzine che per essere più uomini
bisognerebbe mangiare una bella bistecca al sangue per poi si sottoporsi
a un intervento di chirurgia estetica per togliersi le borse dagli
occhi. Infine la sorella di James, al terzo anno di college frequenta
un professore sposato ma con una relazione aperta, decide
improvvisamente di cambiare pronuncia al suo nome e di scrivere la
propria autobiografia. Il personaggio più normale sembra essere il
cane, mirò che è solo un cane appunto.
Molto bella la parte finale dove James
prende coscienza del fatto che è ancora giovane e che non deve
necessariamente sapere cosa dovrà fare e chi dovrà essere nel
futuro, la vita in quanto vita deve essere vissuta anche solo per
vedere dove ti può portare.
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