Nelle carceri italiane ci
sono 140 detenuti ogni 100 posti letto, una situazione dichiarata
insostenibile dallo stesso ministro Severino. Fino ad ora ci sono
stati 93 morti di cui 50 suicidi, morti e suicidi che non colpiscono
solo i detenuti ma anche le guardie carcerarie. Il carcere italiano è
diventato sempre più un “deposito di corpi” che un sistema
rieducativo. Per questa situazione l'Italia è stata più volte
condannata sia dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, sia
dall'Unione Europea stessa. Strettamente correlato al tema del
sovraffollamento delle carceri c'è l'intasamento del sistema
giudiziario sia penale che civile. Un processo in Italia dura molti
anni (arrivando anche al decennio), questo fa si che da un lato molte
persone vengono detenute illegalmente, in quanto potrebbero risultare
innocenti (si stima che circa il 40% dei carcerati sia in attesa di
giudizio), dall'altro porta chiunque senta il bisogno di avere
giustizia a non avere la sicurezza che questa giustizia avvenga. La
sicurezza di aver una sentenza in tempi brevi è importante per lo
sviluppo del nostro paese, in quanto è una prerogativa necessaria
per attrarre gli investimenti .
Per far in modo che
questo problema emerga, e non continui ad essere ignorato in questi giorni lo
storico leader del Partito Radicale, Marco Pannella, sta seguendo uno
sciopero della fame e della sete. La situazione della giustizia e
dei carceri e un tema caro ai Radicali che da molto tempo cercano di
far parlare di questo e di risolvere la situazione. La loro proposta
è quella di indire un'amnistia. L'amnistia è quel procedimento
tramite il quale, alcuni reati vengono “annullati”. Questo
annullamento comporterebbe l'annullamento dei processi in corso e il
rilascio di quei detenuti ricadenti nella casistica. Un provvedimento
del genere se accompagnato da una riforma della giustizia (il come è
aperto a discussione e non sono così informato per dare una mia
opinione) porterebbe un alleggerimento non da poco al sistema
italiano, sbloccherebbe risorse e potrebbe servire da nuovo inizio e
a un rilancio anche economico. Mi rendo conto che sembra un po come
dire “liberiamo i criminali”, ma va anche detto che la situazione
in cui vivono i detenuti non è umanamente sostenibile e sicuramente
non è per niente rieducativo e orientato al reinserimento nella
società.
Adesso che il leader
radicale rischia la morte, finalmente di questo problema se parla nei
giornali e nei telegiornali....o meglio, a mio avviso si fa finta di
parlarne. Da quello che vedo in TV (ma anche nei giornali che seguo
online) l'attenzione è tutta focalizzata sul rischio di morte di
Pannella, sulla sua volontà o meno di interrompere lo sciopero e
sulla sfilata di personaggi famosi che (ora) si dichiarano solidali.
Quello che manca è il (ri)lancio di una vera campagna di
informazione riguardo la situazione italiana, andando ad approfondire
i motivi della protesta e non solo la protesta. Di servizi di
approfondimento non c'è traccia. Dove sono le immagini vere della
situazione delle carceri? O i dati sulla situazione dei processi in
Italia? È molto più importante sapere che Ruby è in Messico ( e
dirlo in tutte le salse), piuttosto che spiegare come mai un processo
di normale cittadino duri 7 anni, oppure è più importante vedere le
(poche) spese degli italiani per natale, seguito da servizi analoghi
sul comportamento dei greci o dei tedeschi, piuttosto fare il
paragone con le carceri di questi paesi?
Detto questo non voglio
sminuire lo sciopero di Marco Pannella, questo suo gesto che,
abbracciando pienamente la logica della manifestazione non violenta,
potrebbe portare all'annichilimento della sua persona in favore di un
ideale di solidarietà e giustizia è ammirabile e andrebbe preso da
esempio. Abbraccio e approvo pienamente questa causa, che non
dovrebbe essere solo la causa di Pannella e dei Radicali, ma dovrebbe
essere la causa di tutti, anzi, non dovrebbe proprio esserci il
bisogno perché questa causa esita. Mi permetto però di muovergli
una piccola critica, non ho apprezzato molto il fatto che il leader
radicale ha posto come presupposto per interrompere lo sciopero
l'adesione di alcune personalità famose alla lista che intende
proporre chiamata “amnistia giustizia e libertà”. Comprendo le
ragioni politiche che stanno alla base di questa decisione, ovvero
quello di servire da incentivo per l'entrata in campo di elementi
validi e di cercare di garantire una continua esposizione mediatica
su questi argomenti, ma alle mie orecchie suona molto come un
ricatto. Sembra quasi voler dire, “o obbligo qualcuno a condivide
la mia causa e a cominciare a combattere per essa, oppure, io mi
lascio morire”. Un ragionamento di questo genere va a ledere
proprio uno dei valori che si cerca di difendere, ovvero quello della
libertà. Mi rendo conto che confrontato a Marco Pannella io sono
nessuno, ma ho voluto lo stesso esprimere la mia opinione.
Concludo ad ogni modo
sperando che qualcuno accetti le condizioni di Pannella, e che egli
interrompa lo sciopero, un portatore di idee e di insegnamenti come
lui è molto più utile vivo che morto, e i martiri è meglio
lasciarli al Vaticano.
Alcuni links:
Per saperne di più su
Giustizia, Carceri e Economia:
Per avere un'idea della
situazione delle carceri in Italia:
Per avere un'idea della
situazione della giustizia in Italia:
Per vedere quante
procedure di infrazione ha l'Italia: